Danimarca e la svolta open‑source: da Office 365 a LibreOffice (e forse Linux)

Danimarca open‑source; il paese nordico ha deciso di intraprendere una strada che fino a qualche anno fa sarebbe sembrata impensabile: dire addio a Microsoft Office 365 per passare a LibreOffice, e in futuro forse anche a Linux, all’interno del proprio Ministero degli Affari Digitali.
Non si tratta di un gesto simbolico, ma di una mossa concreta, con obiettivi chiari: ridurre le spese in licenze software e diminuire la dipendenza da fornitori esteri. Il processo di transizione sarà graduale: già entro l’autunno 2025, l’intero personale del ministero danese utilizzerà LibreOffice al posto di Office 365, mentre per quanto riguarda Windows, non è previsto un abbandono immediato, ma la prospettiva di una progressiva adozione di Linux resta sul tavolo.

Scopriamo meglio il perché di questo cambiamento!

Perché la Danimarca passa a open-source?

Le motivazioni sono molteplici e meritano di essere comprese anche in chiave italiana.
Innanzitutto, la sovranità digitale è diventata una priorità strategica per molti Paesi europei, desiderosi di gestire in autonomia i propri dati, evitare vincoli contrattuali pesanti e garantire che le informazioni sensibili non passino attraverso piattaforme gestite da soggetti terzi esteri.

LibreOffice, in quanto software open-source, consente a governi e pubbliche amministrazioni di controllare appieno i propri documenti, effettuare aggiornamenti in autonomia e ridurre i rischi legati a fornitori unici.
Un altro aspetto è il risparmio economico.
Abbandonare le licenze di Office 365 e, in prospettiva, le licenze di Windows, significa ridurre drasticamente i costi annuali per il software. Sebbene la transizione richieda investimenti in formazione e nella gestione delle infrastrutture, si stima che i risparmi complessivi a medio termine superino i costi di migrazione.

Office 365 e Windows vs LibreOffice e Linux

Per comprendere meglio la portata della scelta danese, è utile evidenziare le differenze tra le due opzioni.

Con Office 365 e Windows, le amministrazioni pubbliche beneficiano di un software altamente compatibile con i formati più diffusi e di un’infrastruttura integrata con Active Directory, Exchange e i servizi cloud di Microsoft. Tuttavia, questo comporta un elevato grado di dipendenza, costi di licenza periodici e una scarsa possibilità di personalizzazione profonda del sistema.

LibreOffice e Linux, invece, offrono piena gratuità, con la possibilità di gestire gli aggiornamenti in autonomia e adattare i sistemi alle reali esigenze delle singole amministrazioni. Gli strumenti open-source garantiscono un livello di sicurezza elevato, grazie alla possibilità di verificare direttamente il codice sorgente, e una maggiore flessibilità nelle personalizzazioni.

danimarca open-source

Cosa significa dire che LibreOffice è OpenSource?

Un software open source è un programma il cui codice sorgente è reso pubblicamente accessibile, modificabile e distribuibile liberamente da chiunque, nel rispetto di determinate licenze.

Caratteristiche principali:

  • Codice aperto: Chiunque può leggere, studiare, modificare e migliorare il codice del software.
  • Libertà di utilizzo: Il software può essere usato da chiunque, anche per scopi commerciali, salvo limiti specifici imposti dalla licenza.
  • Distribuzione libera: Può essere condiviso con altri, gratuitamente o a pagamento, a seconda della licenza.
  • Collaborazione comunitaria: Spesso è sviluppato in modo collaborativo da comunità di sviluppatori, aziende e utenti finali.

Come migrare da Office a LibreOffice

La migrazione da Office 365 a LibreOffice richiede una pianificazione attenta, poiché i due software, pur offrendo funzionalità simili, presentano differenze significative in termini di interfaccia, compatibilità e strumenti avanzati.

I principali ostacoli riguardano la conversione dei file: documenti complessi in formato Word, Excel o PowerPoint (.docx, .xlsx, .pptx) potrebbero non mantenere perfettamente la formattazione, le macro o le funzionalità avanzate una volta aperti in LibreOffice. Inoltre, è necessario riorganizzare il flusso di lavoro per chi utilizza strumenti cloud e collaborativi integrati in Microsoft 365, che non trovano un corrispettivo diretto in LibreOffice.

Per facilitare la transizione e ridurre al minimo l’impatto sul lavoro quotidiano, è fondamentale prevedere percorsi di formazione mirati e la realizzazione di video guide pratiche, che accompagnino gli utenti passo dopo passo nella scoperta delle nuove funzionalità e li aiutino ad adattarsi al nuovo ambiente di lavoro.

Formazione su LibreOffice: il passo decisivo per il cambiamento

Il passaggio a LibreOffice e, in prospettiva, a Linux, non può avvenire quindi senza il supporto di percorsi formativi mirati, in grado di fornire alle amministrazioni le competenze necessarie per utilizzare in modo efficace i nuovi strumenti.

In questo senso, VersoLearn offre corsi specifici dedicati all’utilizzo di LibreOffice nella pubblica amministrazione (e non solo), con un approccio pratico che permette di affrontare con sicurezza il cambio di piattaforma, riducendo le difficoltà operative e migliorando le competenze interne.

Se la tua amministrazione è interessata a esplorare la possibilità di migrare verso soluzioni open-source e desidera approfondire le potenzialità di LibreOffice, puoi scoprire di più qua: ➡️ VersoLearn – Videoguide per LibreOffice

La decisione della Danimarca non è un semplice atto di rottura con Microsoft, ma una scelta strategica che punta a costruire un futuro digitale più autonomo, sicuro e sostenibile. Una scelta che anche in Italia è stata presa da molte amministrazioni che hanno già scelto i nostri corsi VersoLearn per facilitare il percorso di migrazione.
Scopri sul sito chi ha già fruito dei nostri corsi: https://www.versolearn.com/corsi-e-video-formativi/videoguide-per-libreoffice/

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